Arte e artigianato, le eccellenze della Puglia

Lavorazione dei giunchi, cartapesta e ceramica: ecco gli antichi mestieri che oggi producono opere d'arte.

Non solo cucina e luoghi paradisiaci, anche l’arte e l’artigianato raccontano molto della Puglia. Molti manufatti, impiegati nei mestieri ormai scomparsi, sono oggi marchi identificativi di questa Regione. 

Si pensi ai “panari” cestini di ogni dimensione che venivano utilizzati nelle campagne per la raccolta delle olive, nei panifici per il trasporto del pane e dalle massaie per trasportare o conservare alimenti. I panari nascono dalla lavorazione di materie prime naturali come giunchi di ulivo e canna trattati con vari passaggi che ne consentivano poi la lavorazione: bollitura, essiccazione, levigatura, taglio, eventuale coloritura naturale, conservazione sino all’intreccio eseguito a mano. Per conoscere tutto sui panari salentini e la loro lavorazione è possibile visitare il Museo del giunco palustre di Acquarica del Capo

Un’altra forma d’arte di origine povera è la cartapesta. Anche in questo caso si parla di un’arte antichissima che trova il suo periodo di maggiore diffusione tra XVII e XVIII secolo. Per la lavorazione della cartapesta si utilizzavano materiali semplici e di scarto: filo di ferro, paglia, stracci, colla e terracotta che davano vita a statue raffiguranti santi che servivano per ornare i tanti edifici religiosi e, più avanti, pupi di cartapesta che rappresentavano i personaggi del presepe. 

Tutto comincia da un’anima di ferro filato sulla quale si fissa della paglia che comincia a dare spessore alla figura. Mani, piedi e testa vengono realizzati a parte con la creta. Successivamente si veste la figura con vari fogli di carta, incollati strato su strato con colla di farina, a cui si aggiunge un pizzico di solfato di rame per respingere i tarli. 

La cartapesta trova spazio anche fuori dalle chiese, in riti meno cerimoniosi, ma altrettanto tradizionali come la festa del carnevale, diventano infatti famosi il Carnevale di PutignanoMassafra e Gallipoli per la maestria nella realizzazione di enormi carri allegorici. Dal 2006 tutta la storia della cartapesta è raccolta presso il Castello Carlo V di Lecce che ospita il Museo della Cartapesta

Così come i panari e i pupi di cartapesta anche le ceramiche sono oggi uno dei marchi distintivi dell’artigianato pugliese. La prima immagine che viene in mente è il galletto salentino dipinto a mano su piatti, bicchieri e stoviglie varie realizzate in ceramica o terracotta. La scelta di rappresentare proprio il galletto è quasi scontata, in molte case era presente almeno un gallo e una gallina per la produzione di uova, si tratta quindi di un animale comune nel mondo rurale, inoltre, si riteneva fosse simbolo di fertilità utile anche contro l’influenza maligna. 

Ha lo stesso significato, ma deriva dagli alti ceti sociali e dalle ricche famiglie della borghesia uno dei simboli più rappresentativi delle Puglia: il pumo. Così come nei secoli scorsi, anche oggi viene utilizzato esclusivamente come elemento d’arredo, in passato decorava principalmente balconi e scalinate di dimore importanti e palazzi sfarzosi. Elegante e raffinato e dal chiaro stile barocco, spesso veniva personalizzato con lo stemma della casata ed era simbolo di ricchezza, fecondità e buona sorte. Tra le città più note nell’arte della ceramica c’è Grottaglie, situata a pochi chilometri da Taranto, il cui primato è legato al particolare suolo argilloso su cui sorge.   

Fortunatamente le tecniche di lavorazione di queste opere d’arte sopravvive, grazie alla maestria di artigiani e artisti che hanno trasformato questi antichi oggetti in souvenir e complementi d’arredo conosciuti in tutto il mondo. 

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